Antibiotici: quando sono davvero utili?
Quante volte avete sentito dire “Copriti bene che fa freddo e poi stai male”?
Ma il freddo non è l’agente scatenante della malattia, né rende più aggressivi i virus! Semplicemente il freddo impedisce al nostro organismo di difendersi adeguatamente. I veri responsabili dei nostri malanni di stagione sono i virus e i batteri. Il freddo semplicemente facilita il loro ingresso nel nostro corpo perché rallenta il movimento delle cellule ciliate del naso e, di conseguenza, l’espulsione del muco, rendendo più facile la penetrazione dei virus del raffreddore.
Virus e batteri: le differenze
Virus: causano la maggior parte delle infezioni, sono più piccoli e riescono ad entrare nelle cellule, riprodursi e infettarne di nuove.
Contro di loro gli antibiotici sono inutili e senza una cellula da sfruttare non sono in grado di sopravvivere.
Batteri: sono più grandi dei virus e riescono ad avere vita propria, sopravvivendo su superfici inerti.
Contro i batteri si possono utilizzare gli antibiotici.
Cosa sono e come agiscono gli antibiotici
Gli antibiotici sono molecole naturali (prodotte da microorganismi come muffe o batteri) ottenute per fermentazione o sintesi chimica. Sono in grado di bloccare la riproduzione dei batteri, o di ucciderli, agendo su strutture che solo i batteri possiedono.
Si tratta quindi di un’arma preziosa, ma in grado di agire solo sui batteri e quindi sulle patologie che derivano dalla loro azione: tonsilliti, polmoniti, broncopolmoniti.
Un antibiotico non agisce invece sui virus che causano la maggior parte delle malattie invernali: raffreddori, tracheiti, laringiti, faringiti, maggior parte delle bronchiti.
La rivoluzione degli antibiotici
La scoperta della penicillina da parte di Alexander Fleming nel 1928 rappresentò una svolta nella storia della medicina perché ha catalizzato lo sviluppo degli antibiotici, dando inizio alla cosiddetta “rivoluzione degli antibiotici”.
Conferendo all’umanità resistenza alla maggior parte degli attacchi batterici, gli antibiotici hanno cambiato la storia naturale della maggior parte delle malattie infettive e salvato milioni di vite. Il loro sfruttamento ha trasformato non solo la medicina, ma anche la farmacologia, l’industria sanitaria e la nostra vita.
Antibiotico-resistenza: un rischio da non sottovalutare
Tuttavia, usare a sproposito gli antibiotici è pericoloso. Non solo perché non risolve la problematica, ma anche perché rischia di dare a lungo termine forme di batteri resistenti: antibiotico resistenza.
Ecco perché gli antibiotici vanno presi solo quando necessario e se prescritti dal medico.
Inoltre, sappiamo che se, da un lato l’antibiotico ci libera dai batteri «cattivi» responsabili dell’infezione, dall’altro lato altera la normale flora microbica dell’individuo. Uccide, infatti, anche i batteri buoni che vivono all’interno del nostro corpo e sulla nostra pelle e che aiutano a proteggerci dalle infezioni.
Antibiotici e intestino
L’abuso di antibiotici, inoltre, sembra svolgere un ruolo nella patogenesi di diversi disturbi associati alla compromissione del microbiota. Ruolo che varia in base a diversi fattori, correlati da un lato al farmaco (classe degli antibiotici, tempi di esposizione o via di somministrazione…) dall’altro alla persona (età, stile di vita e composizione del microbiota).
In ogni caso l’abuso di antibiotici riduce la presenza di batteri buoni. E questo favorisce l’instaurarsi di uno squilibrio intestinale (disbiosi).
Ogni specie batterica nel nostro intestino ha un ruolo preciso: c’è chi produce acidi grassi a catena corta (come il butirrato), chi stimola il sistema immunitario, chi produce vitamine e chi si occupa dell’integrità della barriera intestinale.
In questa complessa organizzazione, l’azione dell’antibiotico può essere impattante per il benessere intestinale, ma anche per il benessere dell’intero organismo.
I disturbi durante la terapia antibiotica
Durante le terapie antibiotiche sono frequenti disturbi come gonfiori, diarrea o candidosi. Disturbi causati proprio dall’alterazione del delicato equilibrio tra la specie batteriche e il nostro organismo.
Ma l’abuso di certe tipologie di antibiotici mette a dura prova anche l’integrità della barriera intestinale, perché comporta una forte riduzione della produzione di butirrato, metabolita fondamentale per il benessere intestinale e l’integrità della barriera.
Come ridurre l’impatto dell’antibiotico sul microbiota
Quando l’antibiotico è stato prescritto dal medico è importante attenersi attentamente alle indicazioni e le tempistiche indicate, cercando di assumere il farmaco nei corretti intervalli orari e per tutta la durata della terapia (anche se i sintomi scompaiono prima).
Ricorda che la terapia e i dosaggi prescritti sono strettamente personali: non vanno condivisi con familiari o conoscenti.
Nei giorni di assunzione dell’antibiotico e per i mesi immediatamente successivi è importante prendersi ancora più cura del proprio microbiota.
Come fare?
Aumenta l’apporto di fibra prebiotica per nutrire i batteri buoni.
Riduci il consumo di zuccheri semplici. Gli zuccheri semplici nutrono i saccaromiceti come la Candida albicans: micete presente in ognuno di noi in forma “dormiente” che, in presenza di fattori scatenanti (antibiotici, diete ricche di lieviti e zuccheri del tipo glucosio) passa alla forma vegetativa. Da questa dipendono sintomi a livello vaginale.
Mangia verdura e frutta di stagione, ricca di vitamine e Sali minerali.
Chiedi consiglio al tuo medico o al farmacista per un supporto adeguato al benessere del tuo intestino ed eventualmente per verificare la necessità di un’integrazione di probiotici o prebiotici.
G. Ianiro , H. Tilg, A. Gasbarrini “Antibiotics as deep modulators of gut microbiota: between good and evil” Gut. 2016 Nov;65(11):1906-1915.
Y. Holota et al. “The long-term consequences of antibiotic therapy: Role of colonic short-chain fatty acids (SCFA) system and intestinal barrier integrity” PLoS One. 2019; 14(8): e0220642.